Palcoscenico…

 

 

 

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Le luci abbaglianti penetrano

assorbite dalle pupille

strette fino al non esserci

e il calore quasi brucia il volto

avvolgendo il corpo

 

 

 

 

 

 

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la mente svuotata dall’oggi

pronta a trasmettere emozioni conosciute

nella distanza dall’essere

 

 

 

 

 

 

 

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proteggendolo dall’invasione di quell’altro

costruito unicamente

per essere rappresentato

 

 

 

 

 

 

 

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Il personaggio ben architettato

prende vita propria e si muove

col tuo corpo prestato

 

 

 

 

 

 

 

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gesti e voce e pensieri

diventano tuoi

coinvolgendoti

 

 

 

 

 

 

 

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E quelle emozioni tornano dalla platea

come onde di piena

colmandoti

 

 

 

 

 

 

 

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e lasciandoti vuoto

nella risacca

scandite da un tempo studiato

 

 

 

 

 

 

 

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Ed ecco la fine

catartica ineluttabilità

di ogni rappresentazione

 

 

 

 

 

 

 

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Un inchino ed esci di scena

In compagnia dell’eco degli applausi

 

Ti muovi con cautela per il buio improvviso

 

 

 

 

 

 

 

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respirando la polvere

che si muove al tuo passaggio

profumata di essenze rappresentate

rimaste galleggianti

 

 

 

 

 

 

 

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quasi imprigionate fra corde e quinte


Il costume di scena

scivola sul corpo accarezzandolo

 

 

 

 

 

 

 

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e resti lì

per qualche attimo

non misurabile

di immobile nudità

 

 

 

 

 

 

 

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momento sospeso

fra rappresentazione

e realtà

 

 

 

 

 

 

 

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Il personaggio vive e muore ogni sera

e l’attore che se ne innamora

sa

 

 

 

 

 

 

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di morire con lui

ogni volta

 

 

 

 

 

 

 

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B.








Palcoscenico…ultima modifica: 2013-04-30T01:43:00+02:00da bricciole
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21 pensieri su “Palcoscenico…

  1. Credo di aver vissuto tutto questo, forse in un’altra vita…ero altro, altrove.
    La cosa peggiore è quando la vita diventa un palcoscenico e il personaggio pende il sopravvento sulla persona reale.

    ti abbraccio

    • Un ottimo esercizio per evitare che questo accada
      consiste nell’immaginare il confine fra realtà e rappresentazione
      visualizzando una retta ben definita
      oltrepassandola per andare in scena si entra nel personaggio
      la stessa cosa fatta al contrario per uscirne
      facendo attenzione a non invertire i passaggi altrimenti…..

      ci sono altrove sognati o vissuti o solo… rappresentati
      anche qui il confine è una linea spesso molto sottile

      e io abbraccio te

  2. La vita spesso è un palcoscenico, recitano i buoni ed i cattivi, gli onesti ed i disonesti, chi ha studiato la propria parte e chi la improvvisa.
    In riferimento al commento che mi hai lasciato, visto molto tardi (non posso contraccambiare l’augurio): La speranza ce la costruiamo noi. In tanti cerchiamo una via, speriamo di confluire in un cambiamento reale.

  3. condivido……ma quando la finzione diventa abitudine il confine è gia passato e la linea si spezza inevitabilmente.

  4. Tra palco e realtà… due mondi meravigliosamente e maledettamente paralleli… in cui vince non chi riesce a stare in bilico, ma chi riesce a ritagliarsi il “suo” posto ora da un lato, ora dall’altro… senza paura di emozionarsi e rinnovarsi… perchè ognuno dei due mondi è al servizio dell’altro.
    Bello ritrovarti. Un abbraccio

  5. Su un palcoscenico puoi essere te stesso… non è necessario fingere.
    Buon pomeriggio e un caro saluto per augurarti un lieto proseguimento di giornata……

    • Metti in gioco certamente molto di te
      ma sul palco… al contrario che nella vita
      sai quanto dura la rappresentazione
      e soprattutto sai che non è altro che un assaggio di realtà
      quindi interpreti e non vivi
      altrimenti appunto… il sipario sarebbe una fine ripetuta

  6. E’ un baratto fra il futuro ed il presente
    l’immaginato e le recrudescenze
    ma anche della routine con il fantastico
    e fra la realtà ed i sogni
    in momento di inconciliabilità ragionata
    e di desideri confessati
    di idealizzazione e razionalità…
    contrapposizioni poderose
    che impongono un alto prezzo
    dell’anima che sta nel mezzo
    e che possiede due cervelli
    due capacità raziocinanti e più desideri di vita.

    Uomo

    • Non si baratta mai la vita
      si può giocare a farlo sul palco

      le zone intermedie sono terreno di chi non sa cosa vuole
      o non è soddisfatto di sè e si veste di umori per piacersi
      e spesso per stare su quella posizione indefinita
      per tenersi in quell’equilibrio precario
      spinge e urta ogni cosa nei pressi
      non riconoscendo più ciò che è vero
      da quello che ha creato con la mente

    • peccato veramente che ci siano cosi tante persone in grado di recitare la parte di commediante , attore o attrice x tutta la vita …
      e che vadano anche fieri di tutto ciò…..

      bellissimo post …

      buonaserata Bricciole

  7. Alla fine di ogni rappresentazione, il bravo attore, sa come uscire dal personaggio ed è subito pronto per interpretare altri ruoli.
    Come nella vita, del resto.

    Bella metafora, questo palcoscenico!

    Ti abbraccio, Bri!
    Nadia

    • Sì… il bravo attore interpreta e non vive il personaggio
      il metodo di Brecht… per intenderci

      ricambio l’abbraccio Nadia

  8. Anche Limi è uscito di scena.
    Ma rimane sempre qualcosa, di lui, negli spettatori e in chi lo ha avuto vicino.

    Bellissima questa metafora, anche se certe volte viviamo tragedie e commedie che non riusciamo a interpretare e a capire.
    La persona (maschera) è sempre se stessa e non esiste finzione, anche se pensa di fingere.

    Un abbraccio

    giulia

  9. ciao sensualissima fanciulla!
    ogni personaggio vive sulla scena della vita, muore sulla stessa scena a rappresentazione finita per rivivere e per rimorire ricreandosi infinite volte….
    ^______________^
    un abbraccio di cuore e un grande sorriso 🙂
    Dif
    ………
    grazie degli auguri bricioletta
    pure a me succede di essere in ritardo
    così la va da un po’

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