Un rumore assordante…
mi scuote fin nel profondo…
anche se premo…
fino a schiacciarle…
il palmo delle mani sulle orecchie
non si ferma…
entra prepotente…
irriverente…
rimbalza nelle pareti del cervello
poi scende fino all’anima
inarrestabile
in completa antitesi col suo nome
agisce con fragore…
il Silenzio
I poeti ne scrivono…
lo esaltano
gli innamorati felici lo contemplano
i cuori feriti se ne avvolgono
è di conforto in un definivo distacco
atteso… desiderato… cercato…
finalmente trovato…
e del Silenzio
I timidi ne fanno polvere
e lo colorano di rosso
per poi stenderlo sulle guance
e porre un limite
all’avvicinarsi dell’altro…
duttile Silenzio
C’è chi lo usa per rispetto…
chi per adorazione…
chi per farsi desiderare…
chi come paravento per annullarsi…
chi lo trasforma in lame di ghiaccio.
E di quel Silenzio
Qualcuno se ne fa un vanto…
per nascondere l’assoluto vuoto
per non svelare
quello che tiene celato
sotto la superfice del sorriso
per non far capire che non ha parole
e lo definisce
Silenzio dovuto
ma è anche quello che stride e gracchia
come il verso di un corvo che si appresta al pasto
e scava solchi nella mente…
si nutre dei ricordi
non lasciandone neppure uno intatto
e piano piano
inevitabilmente
viene frantumato dalla verità…
… con la sua stessa complicità.